TUTTOSPORT SPIEGA COSA STA SUCCEDENDO AD ALEX SANDRO

L’erede di Roberto Carlos per ora è rimasto soprattutto a guardare in panchina, studiando da vice Evra e sperando che, prima o poi, Massimiliano Allegri conceda spazio pure a lui, magari consegnandogli una maglia da titolare già domani in Champions League, visto che l’impegno casalingo contro il Borussia Moenchengladbach è sulla carta tutt’altro che ostico. Alex Sandro si immaginava certamente diverso l’inizio dell’avventura con la Juventus, anche perché è arrivato in Italia con l’effigie del gioiellino, certificata anche dalla cifra che il club bianconero ha speso per prelevarlo dal Porto, 26 milioni, il secondo acquisto più oneroso della presidenza di Andrea Agnelli dopo Paulo Dybala, a un anno dalla scadenza naturale del suo contratto. Invece, il terzino sinistro è rimasto imbrigliato in un apprendistato più lungo delle aspettative. Partendo da Oporto era convinto di poter lasciare subito il segno a Torino, Allegri ha preferito lasciargli il tempo di ambientarsi, utilizzandolo con il contagocce. Vabbé che la maglia bianconera pesa e quindi bisogna evitare “scottature” inutili, ma Alex Sandro non sembra un ragazzo sprovveduto, almeno osservando quello che ha saputo fare nelle rare occasioni in cui il tecnico livornese lo ha gettato nella mischia. Eppure finora Allegri ha privilegiato l’usato sicuro, ovvero Patrice Evra, piuttosto che impiegare quello che lui stesso ha definito in estate «uno dei migliori terzini d’Europa». Scelta di spogliatoio condivisa anche dalla dirigenza, come ha sostenuto due settimane fa Beppe Marotta: «In questo momento Alex Sandro ha davanti l’esperienza di Evra che può essere utile».

I numeri – Così, dopo due mesi di Juventus, Alex Sandro deve fare i conti con numeri striminziti: 4 presenze, tre di campionato e una di Champions, per un totale di 195 minuti in campo. Appena due volte (e in una Allegri è stato costretto perché Evra era squalificato) è partito titolare nella difesa a quattro bianconera, contro il Chievo e il Frosinone, sfide giocate entrambe allo Stadium e finite con il medesimo risultato, 1-1.
Eppure, quando ha giocato dal primo minuto Alex Sandro si è destreggiato abbastanza bene all’interno dello scacchiere bianconero, mostrando le qualità tipiche di molti brasiliani: tanta corsa, tanta spinta, cross e buone idee. Soprattutto nella gara d’esordio contro il Chievo è sembrato il bianconero più incisivo e grintoso, gettandosi nei dribbling e provando a rifornire di invitanti palloni gli attaccanti.
A dispetto dell’età, 24 anni, il brasiliano gode di una discreta presenza anche nelle Coppe con la maglia del Porto, tant’è che le statistiche dell’ultima Champions l’hanno eletto come il giocatore che ha intercettato più palloni. Il cambio di passo è una delle sue armi migliori: aggredisce l’avversario, recupera e poi scappa sul fondo. Ama i contrasti e da mestierante è bravo a strappare la palla all’avversario senza dover per forza fare fallo.

L’investitura – Nonostante Evra sia tornato stanco dagli impegni con la nazionale, Allegri lo ha preferito per la sfida di San Siro contro l’Inter, dove tuttavia il francese non ha brillato, a corte di idee e di accelerazioni. E’ comprensibile quindi pensare che domani sera, sebbene sia una partita di Champions e serva l’esperienza dell’ex United, Allegri gli conceda un turno di riposo e Alex Sandro possa essere il prescelto per la fascia sinistra. Il brasiliano avrebbe così l’occasione per mandare un messaggio forte alla dirigenza, assicurando che i tanti soldi sono stati spesi bene, al tecnico, dimostrando che quella fascia può essere sua in campionato e in Europa, e alla concorrenza, visto che pure Asamoah adesso è tornato a disposizione.
E poi sarebbe anche opportuno che inizi il processo di integrazione e di passaggio di consegne tra il francese e il brasiliano: a fine stagione, quando gli scade il contratto biennale, Evra difficilmente rinnoverà con la Juventus, orientato a tornare e chiudere la carriera in Francia. Alex Sandro rappresenta il futuro immediato ma anche dei prossimi dieci anni. L’inserimento deve avvenire gradualmente, secondo la filosofia che Allegri ha già applicato l’anno scorso con Morata, ma non all’ultimo perché il giocatore deve avere il tempo di ambientarsi giocando e non soltanto studiando da vice Evra dalla panchina. (Fonte Tuttosport)