LA CRESCITA DI RUGANI

Con i giovani difensori si sa, serve molta pazienza. Debbono acquisire malizia, esperienza, senso della posizione e saper usare il fisico. Chi si ricorda il Barzagli del Wolfsburg o il Bonucci del primo anno alla Juventus avrà bene in mente quanto fossero lontani anni luce dai giocatori che sono diventati oggi. Ecco perchè con Daniele Rugani serve pazienza, quella che non si ebbe con Criscito, e non bisogna impallinarlo ai primi errori così come avvenuto contro l’Inter in Coppa Italia.

CRESCITA – Il giovane Daniele aveva bisogno di un semestre di studio a Vinovo perchè un conto è fare il fenomeno con l’Empoli, un altro giocare nella Juve. Rugani, che ha esordito in bianconero col Siviglia, ha lavorato in silenzio, passando anche da serate negative come quella di S. Siro . Ma da febbraio Allegri ha mostrato di fidarsi: spezzoni sostanziali con Genoa, Napoli e Inter, poi titolare con Sassuolo, nel derby col Toro e stasera. Il giocatore che si limitava al compitino sta lasciando il posto a un difensore moderno, fisico, col linguaggio del corpo di chi ci crede e ha le qualità che tutti gli riconoscono. Ieri sera non ha concesso nulla ai suoi ex compagni, strappando applausi in un paio di coperture. Caceres ha chiuso la stagione, Chiellini si è rifatto male: il quinto scudetto consecutivo passerà anche da lui.