CI VUOLE PAZIENZA

Nel calcio l’assente poteva  sempre fare di più, dare di più, vincere la partita da solo.

Mettendo da parte lamentele anacronistiche su chi ha cambiato maglia (e continente), per non dire veri e propri deliri, quest’anno ci vorrà pazienza. Lo si è capito sin da quando sulle distinte ufficiali è apparso il nome di Kingsley Coman per la seconda volta su due, lasciando l’altro, quello da  non pochi milioni, in panchina. Ci era già passato lo scorso anno Allegri, col ragazzo da Madrid, a trasformare la sua voglia di spaccare tutto, sempre con calma si intende, in 5 gol nella fase finale della Champions League. Ora la sfida con Paulo Dybala sarà quella di smorzare le sue velleità di prima punta, e favorirne altre. Trequartista? Ieri dai suoi piedi qualche traiettoria illuminante. La sensazione, comunque,  è che svarierà come a suo tempo faceva l’Apache.

La partita, quindi. Con gli uomini contati Allegri ha preferito un 3-5-2 di default per dare alla squadra  la giusta sicurezza ad inizio stagione. E per gran parte della gara, effettivamente, si è vista la Juve dominante degli altri anni. Dietro alti a giocare quasi sempre d’anticipo, si è anche definitivamente capito che sarà Bonucci il vice-Pirlo che non abbiamo, in attacco a cercare qualche (nuova) combinazione; bene Mandzukic sul gioco di sponda, un po’ impreciso sulle conclusioni, quasi sempre bravo Coman a rifinire. Proprio da qui bisognerà ripartire, dalle cose fatte bene, per dare alla squadra un nuovo modo per vincere le partite, che non potrà più essere per forza di cose le punizioni di Pirlo, gli assoli di Tevez, gli inserimenti di Vidal.

E veniamo ai tasti dolenti: Pogba ieri senza la verve di Shangai, a volte sprecone , a volte lezioso. Non da leader, insomma, che è quello che un po’ tutti ora si aspettano, maglia numero dieci a parte. Pereyra incisivo nel primo tempo con gli strappi a cui ci ha abituato ad inizio anno e poi via via evanescente. Padoin con evidenti limiti tattici e tecnici, ma si sapeva. E poi, Licht, che per quanto bene possa aver fatto ieri in fase d’attacco, ha sempre il limite delle diagonali mai nemmeno accennate. 0-1. Capita. Capita, come ogni anno, perché non capiti più. Solo che quest’anno è arrivata prima del previsto, la scoppola.

Ora tutti a Roma, per vedere fino a quando dovremo pazientare. Di sicuro, a naso, sino al 31 agosto.