BUFFON CONFESSA TUTTO: “SVELO LE MIE FRASI A DIRIGENZA CHE HO NASCOSTO AI COMPAGNI”

La Gazzetta dello Sport ha intervistato Gigi Buffon a pochi giorni dalla sfida con la Roma. Il capitano bianconero ha ricordato quali sono stati i momenti chiave della svolta dei suoi, partiti malissimo in campionato.

La Juve è rinata a Reggio Emilia, dopo il k.o. col Sassuolo. Quella notte fu lei a scuotere il pianeta bianconero con dichiarazioni durissime nei confronti del gruppo. Ci racconta quelle ore?
«Secondo me era l’ultima occasione per rimetterci in carreggiata. Si rischiava di finire risucchiati definitivamente nell’oblio. Io ho pochissimi anni davanti a me, quindi non ho voglia di sprecare tempo e di vivere periodi cupi, senza obiettivi».

La sfuriata sta ancora dando frutti importanti…
«E’ stata fondamentale la risposta di tutto lo spogliatoio, da chi era appena arrivato a chi vive Vinovo da tanti anni. E penso che anche il mister abbia avuto un ruolo decisivo: ha saputo toccare i tasti giusti per portarci a rendere al meglio».

Ma era davvero follia credere nella rimonta dopo una simile partenza?
«A me piace la matematica, amo i numeri, e quella sera feci due conti che mi regalarono speranze. Ne parlai solo con i dirigenti, proprio per evitare che nello spogliatoio non si percepisse la gravità della situazione: per vincere lo scudetto o entrare in Champions — dissi — ci servono 25 successi, noi siamo a tre, dunque dobbiamo vincere 22 volte in 28 gare, e per fallire sei partite dovremmo proprio impegnarci… La cosa mi sembrava fattibile e oggi siamo già lì davanti a lottare per lo scudetto».

C’è stato un momento in cui la Juve ha rischiato seriamente di finire fuori dai giochi?
«Secondo me lo 0-0 di Milano è stato erroneamente interpretato come un buon risultato per l’Inter e per chi ci stava davanti. In realtà, se quel giorno avessimo perso sarebbe stata la pietra tombale dal punto di vista psicologico. I nerazzurri potevano schiacciarci, non l’hanno fatto. Fu una buona Juventus e mi resi conto che con la testa giusta e ogni cosa al proprio posto saremmo ancora stati un osso duro per tutti».

Domenica avete voi l’occasione di schiacciare una rivale, sulla carta pericolosissima: la Roma.
«Vero. Se vinciamo li mandiamo a dieci punti: sarebbe fondamentale, perché parliamo di una squadra pericolosa, temibile. Più lontana è la Roma, meglio stiamo noi».

La Juve è tornata la grande favorita per tutti.
«Lo dicevano anche quando eravamo più lontani in classifica, e mi veniva da sorridere. Bello e gratificante constatare quanto rispetto e timore sappiamo incutere, ma credo che a un certo punto del campionato tutto fosse nelle mani delle nostre rivali. Nessuno ha avuto la forza di chiudere subito i conti con noi, nessuno ha saputo allungare come la Juve degli anni scorsi. Credo che in caso di scudetto bianconero saranno in molti a doversi mangiare le mani. Detto questo, la strada è lunga e i giochi restano aperti».